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Ricarica auto elettrica a casa: tutto quello che c’è da sapere
10/09/2022
Il futuro dell’auto è elettrico. Le vendite di auto elettriche sono in crescita e stanno conquistando una fetta sempre più ampia di mercato. Una scelta che non riguarda soltanto le case automobilistiche, ma anche gli automobilisti, che dovranno imparare a ricaricare le auto elettriche a casa. Se è vero infatti che l’auto elettrica è una scelta sostenibile e più pulita, perché non produce emissioni inquinanti, la scarsa presenza di colonnine di ricarica sul territorio nazionale comporta la necessità di ricaricare l’auto elettrica a casa.
Molti si chiedono come ricaricare una macchina elettrica a casa, se è sufficiente una presa di corrente o se è necessario un contatore dedicato, quali sono i costi da sostenere e quanto tempo serve per una ricarica completa.
Se stai pensando di acquistare un’auto elettrica ma non hai ancora le idee chiare su modalità, tempi e costi di ricarica, ecco tutto quello che dovresti sapere sulla ricarica dell’auto elettrica a casa.
Come ricaricare l’auto elettrica a casa
Ricaricare l’auto elettrica a casa non è complicato, ma per rendere il processo più rapido ed economico possibile dovrai disporre delle tecnologie più adatte. Anche se la maggior parte delle auto elettriche può essere ricaricata attraverso le comuni prese di corrente domestiche (le classiche schuko), questo non è il sistema migliore per ricaricarle. Le prese di casa, infatti, richiedono tempi di ricarica maggiori rispetto alle colonnine pubbliche e potrebbero non essere in grado di sopportare potenze elevate per tempi prolungati, risultando quindi poco sicure. Le prese industriali, sopportate da cavi con la giusta sezione, sono più indicate per la ricarica dell’auto elettrica perché sono appositamente progettate per mantenere carichi elevati anche per diverse ore.
In ogni caso, la scelta migliore per ricaricare l’auto elettrica a casa è quella di dotarsi di un’apposita stazione di ricarica a muro, chiamata “wallbox” o “home station”, che è in grado di assicurare una ricarica sicura e veloce. Grazie al collegamento con l’impianto elettrico domestico infatti, le wallbox prelevano la corrente dall’utenza domestica e la trasmettono all’auto tramite cavo. Possono essere installate in garage, box auto, parcheggi privati o condominiali e supportare potenze differenti (fino ai 20 kW). Di solito sono dotate di un cavo con connettore di tipo 2 da collegare direttamente all’auto. Ovviamente la scelta della wallbox andrà relazionata al proprio modello di auto e alla potenza ammessa dal caricatore dell’auto elettrica.
Quanto ci vuole per caricare un’auto elettrica?
Il tempo necessario per caricare l’auto elettrica può variare in base a diversi fattori, come la potenza massima erogabile dalla wallbox e quella accettata dal caricatore dell’auto, il modello di auto e lo stato di carica delle batterie. In media, il tempo di ricarica è compreso tra le 2 e le 10 ore, ma può essere anche superiore.
Tieni presente che la wallbox permette di caricare l’auto più velocemente, mentre un’auto collegata a una presa della corrente domestica impiegherà molto più tempo a raggiungere una ricarica completa.
Se prevedi di percorrere solo pochi chilometri al giorno (fino a 80/90 km) puoi caricare l’auto elettrica utilizzando un normale contatore domestico da 3 kW: in questo caso i tempi di ricarica saranno di 8/10 ore circa. Il numero di ore necessarie dipende anche dai carichi connessi (ad esempio frigoriferi o altri dispositivi che rimangono sempre accesi in casa) e dalle utenze attivate regolarmente (condizionatori, lavatrici, lavastoviglie), che potrebbero ridurre la potenza disponibile per la ricarica dell’auto elettrica.
Per questo, se pensi di percorrere più di 150 km al giorno, può essere utile valutare l’aumento di potenza del contatore installato, ad almeno 4,5 o, ancora meglio 6 kW per poter caricare l’auto in qualsiasi momento della giornata, anche mentre sono in uso altri dispositivi o utenze domestiche. In ogni caso sarà necessario fare ricariche complete solo a batteria completamente scarica: a casa potrai fare anche ricariche parziali sfruttando il tempo a tua disposizione.
Classe energetica elettrodomestici: come leggere l’etichetta energetica
Come abbiamo visto, per leggere le etichette energetiche elettrodomestici in modo corretto e individuare la classe energetica di riferimento è necessario basarsi su una scala che va dalla A a G e su un sistema di colori che va dal verde (massima efficienza) al rosso (minima efficienza). In particolare:
- la classe energetica G, che si trova all’ultimo posto della scala, è caratterizzata dal colore rosso e indica gli elettrodomestici che presentano un consumo energetico molto elevato;
- la classe energetica F è rappresentata in arancione scuro e, come la classe G, viene considerata una classe a basso risparmio energetico;
- la classe energetica E è indicata in arancione chiaro sull’etichetta energetica e comprende tutti gli elettrodomestici che permettono un buon risparmio energetico (in genere corrispondono alla vecchia classe A++);
- la classe energetica D, rappresentata in giallo chiaro, nella nuova etichetta energetica corrisponde alla vecchia classe A+++ e indica gli elettrodomestici che assicurano ottime performance in termini di efficienza energetica e consumi;
- le classi energetiche C, B, A identificano gli elettrodomestici di ultima generazione, studiati per garantire un basso consumo energetico e, di conseguenza, spese ridotte in bolletta. Queste tre classi energetiche sono indicate con il colore verde (verde lime per la classe C, verde chiaro per la B e verde scuro per la A). Gli elettrodomestici smart di classe A sono quindi quelli più indicati per ottenere il massimo delle prestazioni dal punto di vista del risparmio energetico.
Non esiste una spesa fissa per la ricarica dell’auto elettrica a casa perché, anche in questo caso, il costo dipende da diverse variabili, come la tipologia di auto, la capacità del sistema di ricarica e la tariffa applicata dal fornitore di energia elettrica. L’energia utilizzata per la ricarica, infatti, avrà lo stesso costo dell’energia utilizzata per i consumi domestici e influirà sulle spese in bolletta.
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